Per una città di montagna il patrimonio idrico è quasi un fatto scontato.
Nusco annovera diverse fontane: la principale, quella della Zita, alimentava l'acquedotto e le fontanine pubbliche.
Annotiamo poi la fontana del Leone (probabile il riferimento all'antica vicina chiesa in onore di S. Leone papa, fatta costruire da S. Amato); quella di S. Guglielmo che, secondo la tradizione, avrebbe dissetato il fondatore di Montevergine; la fontana dell'Angelo, curiosa perché l'acqua sgorga da una casa e una volta detta "dell'asino" per la poca quantità idrica; quella "ri lu prucchiu" con la caratteristica che trattasi di una sorgente a pozza, capace di pareggiare subito quanto viene attinto: la fontana "Mauri" dal nome della famiglia a cui apparteneva.
La fontana "Persico" mostra la caratteristica struttura a triangolo, ma nel territorio nuscano ve ne sono altra dai nomi curiosi come fontana "ri la pica" e ancora "ri la cunseruva".
Un posto a parte merita "la zurfegna" per una vena di acqua sulfurea localizzata in contrada S. Pietro, nei pressi della montagna; ma neppure può essere ignorata quella contenente ferro e situata in contrada Grotte, che una tradizione, poco convincente, la vorrebbe efficace contro la calcolosi renale.
Una ricognizione complessiva con relative analisi è stata effettuata nell'ultimo quinquennio.
Nusco conta complessivamente una sessantina tra sorgenti e fontane e quasi tutte sono potabili.