Sentinella Irpina  -  Il Castello di Nusco     -     tratto dal giornale  "Numero Unico VIII CENTENARIO DELLA MORTE DI S. AMATO" - Settembre 1983 

 

 

Otto secoli dopo - Michele Marzullo     -     tratto dal giornale  "Numero unico-VIII CENTENARIO DELLA MORTE DI S.AMATO" - Settembre 1983   

 

Luigi Limongelli: "Nusco,cantuccio di luce" (articolo pubblicato in Pennsylvania il 26/02/1929

                    " Dopo il treno -come una diligenza descritta da Maupassant- che si è inerpicato faticosamente sino a circa ottocento metri sul livello del mare, la "carrozzella" ci trasporta a oltre quattro chilometri dalla stazione; Nusco è a cavaliere d'un colle, a 914 metri d'altezza.

                    Il sole è tutto qui, e la quiete vi regna col suo fascino segreto.

                    Un senso di stupore ci assale: in città si respira la vita dei grandi centri, è turbinosa in alcune ore del giorno, ma più in là è una barriera di monti e nelle pupille turbinano, abbarbicati  sui  colli, nelle  valli,  incontro  ai costoni una infinità di paesi -in giro in giro- così disposti quasi per essere osservati da questa altissima loggia".

 

"La sentinella irpina" articolo del 03/09/1898

                    "....Nusco era una simpatica cittadella dai sontuosi palagi, dalle strade pulite, dalla vita deliziosa da cui olezzava un intenso profumo di dalie e gardenie...."

 

Gianno Ramasco-"Il Mattino" 29/08/1961

                    "...L'abitato è caratteristico di quelli di montagna: stradine anguste lastricate di cubetti bianchi che conferiscono un'aria di civettuola pulizia, portali di palazzetti che ricordano "tempi migliori"...."

 

Luigi Limongelli - Il Mattino, 1928, Nusco, cantuccio di luce.

                    "Aria saluberrima, cielo di tutti i destini, trasparenze di oro e di cobalto.

                    Noi che abbiamo l'animo malato da turbinosi desideri,,,,,ci sentiamo presi, conquisi, finiti: sul limitare dei monti e delle conche vicine l'arcana sensazione delle nostre facoltà mentali non ha più potere. La mente cede il passo al cuore, la ragione al battito del sangue: di fronte, giuoca la luce bluastra nelle insenature attorcigliate dirupantesi per la loro altezza, negli abissi, fino a confondersi con le chiome dei castagni ancora attaccate ai rami nodosi e fronzuti.

                    E la luce, quassù, che ha dominio, abbaglia, confonde, commuove.

                    Nusco è un cristallo, assorbe i suoi raggi, li frange, li riflette assommati, moltiplicati, come scintille: il visitatore è preso da giuoco fatale....."

 

Il Mattino 23/11/1954

                    " Tra la roccia viva e l'arida natura del luogo, contrastante con il verde caratteristico di tutta l'Irpinia, il Montagnone  per la sua rilevante altezza, si staglia imponente al cielo e pare quasi imporre al frettoloso viaggiatore il dovere di una breve fermata.

                    Ci si sente come scossi dal languido torpore, che si impossessa dei corpi, stanchi per il lungo viaggio...E' l'aria salubre del luogo diventa sottile. I polmoni si allargano naturalmente e hai la sensazione d'essere tornato indietro di qualche anno....

                    Al centro di una zona ubertosa, Nusco è apparsa agli occhi di una superficiale constatazione pigra e desolata, come imprigionata dall'umiliante condanna di terra in abbandono.

                    Scarsa era di frutteti, terreno arido ed argilloso, popolazione sparsa in contadi tipicamente rustici....

 

P. Hugot - Les Adieux de Nusco (traduzione G.Marino), il Calamaio 1992, pag. 23

                    " ...Così è stata la mia prima visione di Nusco.....Le vie sono strette, a piccoli ciottoli e si irradiano attorno a due piazze: quella della Chiesa centrale e quella della scuola, con uno spiazzo ombreggiato, da dove si scopre la pianura dai filari di pioppo, poi le gole selvagge del massiccio a picco, negli ammassi di detriti rocciosi. Alte sfoglie di muro grigio e nudo richiamano lassù, il regno pieno di vita delle massaie e dei bambini. Ad est il paese si lega alla campagna attraverso un movimento più sfumato. E' lì che passa la via principale".

 

Giuseppe Casciaro

                    " Voglio mostrarvi, se non vi annoiate, i pastelli di Nusco, mio paese di adozione, che ha dato all'anima mia ebbrezze di visioni singolari, e di cui sono cittadino onorario. E' tutta una stagione di lavoro che va dal tempo in cui biondeggia il grano alla dolce e penetrativa malinconia dell'autunno....."

 

E. Serao - "Il Mattino" -16/1/1929

                        "Tempo addietro scrissero di Nusco con illimitato entusiasmo acclamati scrittori come Ettore marroni, Tommaso de Vivo ed Andrea Della Cote, critico e storiografo dell'arte musicale tra i più autorevoli."

 

C. Nardi - " Nusco, gemma d'Irpinia" -              "Risorgimento" - 30/8/1949

                        "Del castello ora torreggiano i ruderi, proprietà del Comune.  La vista spazia sui monti lontani e sul verde digradante dei colli.

                        Abbiamo abitudine, noi Italiani, di correre verso stazioni climatiche forestiere e lontane. Se di questo cielo, della purezza di quest'aria, delle bellezze superbe di questi panorami siamo incitati ad avvantaggiarci per l'incremento del turismo, l'opera di trasformazione in decorosa stazione climatica per la Campania e le regioni vicine, quassù non dovrebbe essere perduta."

 

G. Locatelli  - Irpiniagate

                        "A Nusco... il visitatore che arriva può ammirare un bel panorama: valli percorse da torrenti e alture coperte da boschi. E sullo sfondo il massiccio del Vulture....Il paese, chiamato anche balcone dell'Irpinia, ha poco più di cinquemila abitanti, e sorge su un monte lungo la linea spartiacque appenninica, tra le alti valli dell'Ofanto e del calore. Dissanguato dalle continue emigrazioni di questo secolo, Nusco ha legato la sua storia civile a quella ecclesiastica: sulla sua cattedra vescovile si sono succeduti almeno 67 vescovi e, grazie alla loro opera, vi è fiorito un glorioso seminario diocesano con una biblioteca di diecimila volumi. Adagiati in un antico sbadiglio, i palazzi gentilizi del centro storico presentano portali, stemmi nobiliari, balconi in ferro battuto, pezzi d'opera finemente lavorati..." 

   

"Ferrovia Ofantina" - numero unico - Tip. Pergola-Avellino 27/10/1895

                        "....Domina l'abitato, ch'è vetta ardita tra la terra irpina, la rovina muscosa di un grosso castello, protendono ancora la loro altezza i ruderi pericolanti delle torri, gli avanzi delle mura dirute che mostrano le feritoie di un'età che fu. D'intorno sono il verde delle erbe, dei rari papaveri, il bruno dei cespugli: qualche uccello notturno s'annida.

                        La storia della borgata no è breve, troppe essendo state le vicende della terra.....

                        Nusco conta 4800 abitanti dei quali un tremila in paese. La popolazione vi è buona, gentile ed ospitale, il clima salubre e calmo vi rendono lieta la vita estiva...

                        Il castello ad occidente. All'estremità orientale, ove un tempo erano rocciosi dirupi e terreno incolto, ora è un giardino pubblico, bello di alberi e di fiori. Dalle ajuole fiorite vi domina l'ampia conca del Montellese, se ne scorgono i casali e lo scacchiere verde delle campagne; si guardano di fronte le montagne alte, brune e boscose, e, seguendo le rotaje, l'occhio arriva al nero traforo, donde sbuca fumoso il mostro di ferro...."    

 

S. Vertone  -  Viaggi in Italia  - "La ghigliottina di Nusco"    

                        "...Nusco, paesino della Campania, ... piacevole per le sue case pulite ed eleganti, abbellite qua e là da qualche elementare e innocente fregio barocco..."

 

Francesco Scandone   - L'Alta valle del calore  -  La città di Nusco  -  Napoli Top. Laurenziana 1970

                        " Qua e là sorgono comode abitazioni, (dette masserie a cagione dell'allevamento di animali domestici) in cui dimora il proprietario, o coltivatore diretto. Non mancano, a dir vero, anche parecchie ville signorili, gradito soggiorno estivo di ricchi cittadini ed anche di ospiti, artisti del pennello. In queste, nell'aere puro e fresco di collina suole affluire anche una cospicua colonia di villeggianti per trovar ristoro all'arsura delle grandi città".