Sin dai tempi antichi anche i semplici luoghi fortificati godettero di personalità giuridica e furono amministrati dai "magistri ", dai "Pagani pagi " e dai "Vicani vici ". Per lo più vari nuclei preferivano unirsi in territorio ben definito, con dimora stabile: sorgeva, così, la "Civitas ".

                    in questa condizione giuridica venne a trovarsi la borgata ai piedi del castello, denominata Nusco. Ad essa ed alla popolazione residente nell'agro, che ne era alla dipendenza, stette a capo un sindaco, coadiuvato da uno o più eletti.

                    Ebbe inizio, così, l'Università, cioè la rappresentanza giuridica di tutta la comunità degli universi homines, del populus cunctus, terminologia che nel Regno di Napoli durò fino al principio del 1800, quando fu sostituita dalla voce Comune o Municipio.

                    Per regolare i rapporti tra le Università ed i feudatari, Ruggiero, primo Re di Sicilia, nel Parlamento di Ariano del 1140, sostenne energicamente il principio che i "feudatari sono signori del solo dominio utile, spettando al popolo il diritto di eleggersi i magistrati che lo devono governare".

                     Di questa conquista, nel campo amministrativo, si giovarono le Università, perché, creata la distinzione tra territorio feudale e territorio demaniale, furono assicurati gli usi civici contro gli arbìtri dei "signori". Con la istituzione dei Cameràri, che provvedevano alla esazione dei diritti regi, e dei Giustizieri, che amministravano la giustizia, vennero, di conseguenza, soppresse le "male abitudini" e si diede vita agli "Statuti ", con le norme che obbligavano tutti, cittadini e feudatari.

                    La più antica testimonianza dell'esistenza, in Nusco, dell'Università costituita è data dall'ambasceria presentatasi ad Amato, arciprete della chiesa di S. Stefano, per comunicargli la volontà del popolo, che lo voleva vescovo della sua terra.....

                    ....Con la costituzione della Università, si dovettero di conseguenza precisare le norme che dovevano regolare la convivenza sociale.

da " Nusco, città dell'Irpinia " del prof. Giuseppe Passaro -  Cap. VII, par. 5 pag. 150