Probabile fortilizio in epoca romana, deve le sue origini al castello
co
Nella seconda metà del
sec. XI Nusco acquistò il titolo di "civitas" o perché città
ducale o perché eretta a sede vescovile. Ne fu primo vescovo S. Amato ( +
1093), nativo del luogo e oggi veneratovi come Patrono; in cattedrale se ne conservano le sacre ossa e la "chartula
iudicati", del
settembre 1093, scritta in caratteri longobardi beneventani.
Durante il Medioevo il Castello di Nusco fu una fortezza sicura e diede protezione e riparo a Guglielmo,
ultimo duca di Puglia, nel 1122, e a Manfredi, nel 1254. Ebbe un
ruolo storico di primo piano fra le comunità dell'Alta Irpinia fino alla
metà del secolo XVII quando perse il ruolo di centro del feudo; non senza
motivo nel Cinquecento era stato l'unico luogo tipografico della Provincia
e il sesto in assoluto della Campania. La peste del 1656, poi, che
distrusse più di un terzo dei suoi abitanti, diede un duro colpo allo sviluppo della sua popolazione.
Dal secolo XII al 1806 in
Nusco si avvicendarono feudatari appartenenti alle famiglie più illustri
del Regno di Napoli delle quali ricordiamo soltanto i de Tivilla, i
d'Aquino, i de Gianvilla e gli Imperiale. La storia civile della cittadina,
comunque, è strettamente legata a quella ecclesiastica, in quanto, essa,
nel complesso, è strettamente correlata alla presenza di Vescovi piuttosto
che a quella dei feudatari.
Sulla cattedrale vescovile, infatti, si sono succeduti almeno 67 Vescovi, tutti storicamente accertati. Grazie
alla loro opera vi è fiorito un glorioso Seminario diocesano dove hanno
ricevuto la loro istruzione giovani di ogni parte della Provincia, speso
distintisi sia in campo ecclesiastico che civile, tanto da far guadagnare a
Nusco il titolo di "Atene del Santangiolese". Nei locali del
Seminario vi è un'antica Biblioteca, ricca di 10.000 volumi, aperta a
tutti. Di grandissimo interesse storico, inoltre, è l'archivio della Curia
Vescovile.
Dell'antico Castello longobardo si
conservano soltanto poche mura fra cui spiccano i resti imponenti della
torre e dei lati esposti a settentrione.
L'ampia Cattedrale presenta una maestosa facciata di stile composito, costituita da
grossi massi di pietra locale, debitamente squadrati e sistemati in epoche
diverse nel rispetto del progetto originario. Sul lato nord sorge la torre dell'orologio (1891),
mentre su quello a mezzogiorno si nota una lunga scritta del 1521; a fianco all'ingresso vi è il Campanile
(alto m. 33). L'antico portale (1548), di stile rinascimentale e finemente lavorato, fu tolto
nel 1886 per essere adattato sulla facciata della chiesa di S. Antonio fuori le mura. L'interno della Cattedrale, a tre navate con cappelle laterali e
presbiterio e coro sopraelevati, fu spesso riattato; il suo aspetto
attuale, comunque, è tipicamente settecentesco.
Vi si
possono ammirare: la Cripta, di stile romanico di transizione, probabilmente del sec. XIII,
con volte a crociera e arcate a sesto acuto ribassato poggianti su grosse
colonne, oggi quasi tutte coperte di stucco; il Pulpito ligneo dei Seicento, ottimamente lavorato, su cui si notano altorilievi
e bassorilievi raffiguranti vari santi e simboli sacri; quattro mausolei
per altrettanti vescovi; alcuni affreschi settecenteschi nella cripta,
raffiguranti numerosi vescovi nuscani, e quelli della volta del coro,
firmati dal Pennino.
Una statua di marmo di S. Stefano, del 1802, e un Calvario, opera di G.
Leonetti, di epoca posteriore, si trovano in due cappelle laterali. Pure di
F. Pennino è l'immagine di S. Amato dipinta sul trono che, con la sedia
vescovile, in legno intagliato e dorato, è un'autentica opera d'arte del
Settecento.
A parte alcuni bassorilievi in marmo o in legno e, in particolare, un
ciborio di stile rinascimentale, sparsi un pò dovunque, in altre cappelle
si trovano alcune interessanti tele di autori quali: la Madonna del Rosario
di A. D'Asti, del 1721, restaurata nel secolo scorso, e altrettanti dipinti
di M. Foschini, entrambi
allievi del Solimena.
Sono, poi, sistemate lungo i pilastri della navata centrale le non
disprezzabili tele della via Crucis, del 1741, firmate dal D'Oranges,
mentre alcune preziose statue d'argento, oggetti sacri e pezzi
d'oreficeria, oltre ai ricchi paramenti sacri, quali le antiche pianete, si
trovano conservate nella stanza del "tesoro" della cattedrale.
Alcune tele, infine, di un certo valore artistico, sono reperibili
nell'episcopio.
Recentissimi scavi, voluti
fortemente dal nuovo parroco Don Dino Tisato, hanno portato alla luce affreschi difficilmente databili ed attualmente
allo studio della Sovrintendenza ai Beni Ambientali.
Fino al momento del sisma del 1980, oltre alla Cattedrale e ad una
cappella privata, già della Famiglia della Saponara, erano ben cinque le chiese di Nusco nel solo centro urbano: la SS. Trinità, le cui strutture originarie rimontano alla fine del sec. XIV;
e nel cui interno si possono ammirare due pregevoli affreschi dei quali uno
tardo medioevale raffigurante, tra l'altro, un Cristo benedicente e un'Annunciazione, l'altro, forse del sec. XVIII,
rappresentante un'originale Deposizione con i santi Cosma e Damiano ; Santa Maria Vetere , una delle parrocchie più antiche; S. Giuseppe (1757), con la facciata tardo-barocca e un notevole altare di
marmo intarsiato;San Rocco, con una facciata di stile neoclassico (oggi sconsacrata e sede
dell'associazione "La Misericordia"); San Giovanni Evangelista , l'unica chiesa rimasta distrutta dal
sisma. La Chiesa di S. Antonio , inoltre, viene ricordata per il portale
rinascimentale, già menzionato, e una statua del Santo, forse della fine del sec. XVII, attribuita a G.
Colombo. Un'opera di particolare rilievo, infine, era la tela della Madonna
col Bambino, della prima metà dei Seicento, che si venerava nella Chiesa della Madonna delle Grazie, alla periferia del nucleo urbano.(E’
stata rubata anni orsono ad opera di ignoti).
All'ingresso del paese si ammira il bel monumento
della Santa Croce (1619) in
pietra locale, unico nel suo genere, per le varie raffigurazioni scolpite
sulle sue varie parti. Esso consiste in una croce, su colonna monolitica
scanalata sostenuta da quattro leoncini, e di un plinto con gli angoli in
rilievo e le facce istoriate.
...........a simbolo della fede dei nuscani verso il loro patrono, è il monumento a S. Amato , eretto nella piazza centrale del paese (1893).
Il centro storico di Nusco presenta un notevole numero di palazzi gentilizi
e di fabbricati vari forniti di interessanti elementi architettonici quali portali, stemmi nobiliari, balconi in ferro battuto, pezzi d'opera finemente lavorati. Basta citare fra tutti l'episcopio e il Seminario , con i loro portali, ma anche alcuni palazzi privati quali
quelli delle famiglie Astrominica, Del Giudice, Ebreo, De Paulis, Meluziis, della Saponara, Del Sordo, Teta, Marino, Ciciretti e Natale. Innumerevoli le contrade
sul territorio.
Gennaro Passaro
Storia di Nusco dal giornale: "Numero Unico VIII Centenario della morte
di S. Amato" Settembre 1893
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