UN LEGAME A TRE FILI

Ci fu una parola ricorrente nell’immediato dopo-terremoto. Una parola rigenerante ed energetica come una trasfusione di sangue: gemellaggio.
Ad essa la Chiesa, titolare del messaggio cristiano così ricco di significati e comportamenti, attribuì "qualcosa" di più profondo: condivisione e camminare insieme.
Tanti i percorsi e i traguardi prefissati per comunanza e certezza di fede. Ma numerosi anche gli influssi e i benefici registrati nella società civile.
La parola gemellaggio divenne un concetto, che poi gradualmente si è radicato nelle nostre comunità. E senz’altra accezione è diventato espressione del nostro linguaggio e parte del nostro vissuto. Oggi forse ha minore intensità ed enfasi ma non sì è snaturato il suo senso originario. Quella parola dell’emergenza si è trasferita nell’ordinario, connotandosi come relazione fra persone. Un apparentamento che nasce non più dal semplice bisogno, ovvero da una situazione critica, ma dall’opportunità di stare insieme, nella reciproca scelta di scambio di esperienze e di correlazione. Insomma essere gemelli significa somigliarsi, pur conservando ognuno la propria identità.
Tale convincimento è il nucleo del messaggio scaturente dal patto di fraternità fra Lanciano, Vinci e Nusco. L’amicizia fra comunità e popoli è il collante di ogni civiltà. Su questa scia il patto sottoscritto nel mese di luglio (il 12 a Lanciano; il 26 a Vinci) verrà confermato e solennizzato a Nusco il 30 settembre. Una data non casuale, ma significativa ed assorbente per Nusco (che festeggia il "transito" del patrono Sant’Amato), perché da sempre specchio di una comunità che in essa trova i fondamenti della propria storia religiosa e civile. E’ dal 1093 che una gemmazione di fede e cultura si è propagata in successione fino ad oggi. E oltre a durare si amplifica.
Sant’Amato, con una visione finora angusta - una dimensione riservatamente domestica - ha invece valicato i confini dell’Alta Irpinia. Una rivalsa dopo la soppressione della diocesi (1986). E dire che più di qualche studioso, con scontate credenziali, ha identificato in Amato da Nusco l’autore della Historia Normannorum. Ma oltre le suggestioni e la grandeur, vera o presunta, riteniamo un dovere - mai bastevole - ricordare i meriti e il contributo di ricerca del compianto prof. Giuseppe Passaro. E quanti altri, in tempi recenti (S.E. mons. Mario Milano, Enrico Cuozzo, Gennaro Passaro, Enzo Napolillo, Gianni Marino, Michele de Paulis, Nino Juliano, Michele Lombardi) non hanno trascurato occasione per pubblicare studi, ricerche, atti, testimonianze. Che dire poi di questa estensione di culto e memoria, che oggi ci coinvolge e ci fa riflettere?
Sant’Amato è venerato in una frazione di Lanciano, in terra d’Abruzzo. L’icona è molto prossima a quella di Nusco, con i segni distintivi vescovili, circondata da pecore (immagine visibile nel portale della chiesa di Sant’Antonio fuori le mura, a fianco della colonna posta sul basamento raffigurante lo stemma del vescovo Cavalcanti, titolare della cattedra della nostra diocesi negli anni 1545-1563).
Esiste un’omonima chiesa nella campagna di Vinci, distante solo quattro chilometri dalla casa in cui venne alla luce Leonardo. Sottolineiamo che un’anziana signora del luogo ci ha riferito che fino agli anni ’40 erano visibili nell’antiporta della chiesetta vinciana immagini su vetro della Madonna e di Sant’Amato con i paramenti vescovili. Insomma se il passato ci induce alla dovute cautele, il presente ha diversi motivi per aggregare comunità ed offrire occasioni credibili di fraternità. Un gemellaggio appunto.
Il messaggio annunciato a Lanciano rimbalza nell’Italia centrale. Giancarlo Faenzi, sindaco di Vinci, raccoglie e rilancia "tutte quelle cose che possono venire da un gemellaggio". Con l’obiettivo di fare esperienze comuni. Un rapporto "nato e voluto dalle Amministrazioni comunali e dalla gente". Con tanto entusiasmo e tali certezze tutto si rivela una ricchezza per le diverse comunità. Auspice la figura e l’opera di Leonardo, il cui "insegnamento, per nulla datato, investe direttamente il mondo moderno e contemporaneo" (Massimo Girardi, Assessore alla cultura di Vinci).
Per Agostino Maiurano, sindaco di Nusco, continua la familiarità anticipata a Lanciano. Anche se con Vinci è tutto da scoprire. Ma gli spunti culturali possono coniugare esperienze diverse per tracciare percorsi comuni. Per questo compito occorre una progettualità da definire collegialmente.
Ricco di simbolismo l’intervento di Filippo Paolini, sindaco di Lanciano. Tutto corre "sul filo di Sant’Amato". Un filo resistente, teso a più legami, che diventa una corda. Un filo che si dipana nel tempo, per consentire ai giovani di attaccarsi al futuro. La bella avventura di tre centri della provincia italiana, spesso dimenticata e segnata dall’emigrazione, è iniziata "con valori da portare nel mondo". Senza nascondere - in modo autoreferente e responsabile – la soddisfazione di poter dire: "Ci siamo anche noi".
Alla conversione culturale fa riscontro lo spirito missionario della Chiesa – già sottolineato da S.E. mons. Carlo Ghidelli, arcivescovo di Lanciano-Ortona – nell’unità della sua missione apostolica. Sulla scia degli apostoli si inserisce la figura di Sant’Amato "nella coscienza di essere stati scelti e mandati". Un compito arduo, in questa società dal senno globalizzato, che non deve però negare a se stessa la possibilità di fidarsi della pazienza di Dio. La Chiesa resta comunione di tutti – secondo S.E. mons. Simone Scatizzi, arcivescovo di Pistoia – e in essa ognuno deve trovare la propria "identità ed essere al servizio dell’altro". Un messaggio che S.E. Padre Salvatore Nunnari, arcivescovo della Chiesa altirpina (Diocesi di Sant’Angelo – Conza  – Nusco - Bisaccia), pellegrina pur essa, ha più volte richiamato, invitando la nostra comunità a sostentarsi del "pane della parola" con impegno nuovo. Un suo solo granello anticipa e riassume indicazioni e significati del camminare insieme: "Un’amicizia con Cristo e con noi".
Tocca ora a Nusco fare gli onori di casa agli alti Prelati, ai sindaci e alle comunità gemellate. Certezze ed entusiasmo sono pari all’evento che caratterizzò dieci anni fa i festeggiamenti del IX Centenario della morte di Sant’Amato. Quell’eco mai dispersa si riverbera con lo stesso rituale. Nuscanamente vero e solenne. Fraternamente santo e amato.

Giuseppe Iuliano
(ALTIRPINIA N. 17 - 30 settembre 2003)

Città gemellate con Nusco

 

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