... di doman non c'è certezza

 

                                        A Bologna tutto filò liscio. L'impatto con la grande città non gli aveva procurato grandi difficoltà, anzi si era adeguato subito. Andava spesso in piazza Maggiore, si dilettava a sfilare in mezzo alla gente e gli sembrava di essere a Nusco, il giorno della festa del Carmine. Sensazione strana ma gratificante. Le donne lo rincorrevano, poiché era un bel giovane, dai modi squisiti, il viso perfetto, sguardo profondo, capelli nerissimi. Già a Nusco mi diceva che più di una ragazza aveva accettato di amoreggiare con lui. "Allora resta a Nusco se sei così fortunato" - lo consigliavo -. "No, voglio godermi la vita dove il mondo è più libero, dove le possibilità sono tante. Tornerò, ma soltanto alle mie condizioni—.

                                        Se non avevo capito male, il suo era un obiettivo ben definito: fare la spola fra Nusco e altri luoghi, senza impegni di sorta. Una bella idea. La domenica pomeriggio via di corsa a ballare; amicizie con nuove ragazze, senza mai perdere la sicurezza. Era un tipo abbastanza freddo, calcolatore, non si entusiasmava facilmente. La lontananza dai suoi cari gli procurava solo un leggero velo di malinconia, per il resto era sereno. Finalmente uno che non faceva drammi e che riusciva a prendere la vita per quella che era. O a Nusco o in capo al mondo faceva lo stesso, l'importante era ambientarsi, assimilare il più possibile le usanze e le abitudini del luogo. Aveva iniziato la nuova vita di gran carriera e con la voglia di fare bene. In pochi mesi aveva finanche preso un po' della parlata bolognese, riusciva ad addolcire la dura pronuncia nuscana. Si avvicinava l'estate, bisognava fare una scappata a Nusco, per salutare i suoi, gli amici, per sentire cosa pensavano della sua partenza, dei suoi progetti, per dimostrare che si può stare ovunque quando si è ben disposti.

                                        Un piccolo particolare. Michele non rivide più Nusco. In un pomeriggio assolato, un tuffo nell'acqua, una congestione e la sua giovane vita fu stroncata lì, sul greto di un fiume nei pressi di Bologna.

Varese, gennaio 1996

  Angelo Pepe

da IL NUOVO SUD Anno XVI n.5 (69) Settembre/Ottobre 1996