LE MILLE LIRE
Mario Della Vecchia, figlio di Peppino il guardiano, ossia il fattore della
tenuta Imparato, capeggiava la banda dei monelli del "Bivio", che ne
combinavano di tutti i colori e di tutti i sapori. Si arrampicavano sugli alberi
meglio dei gatti a saccheggiare nidi e frutta di stagione, senza badare ai
confini delle varie terre; tagliavano i teneri germogli del castagno per farne
zufoli e flauti, saltavano a rompicollo siepi e fossati, di ritorno dalle
spedizioni punitive nelle zone dei rivali. Mario e compagni s'erano fatti una
fama che faceva invidia finanche alla peste e alla bufera. Tornavano agnellini
per pochi istanti la mattina, quando, isolati, imboccavano le stradine - carrali
- che immettevano nella strada della scuola, dove con un lampo di luce negli
occhi, in tempo di primavera, offrivano alla maestrina il mazzetto di primule e
viole. Dentro i banchi già rabbrividivano al sentore e in attesa dei piccoli
vandali.
Un giorno vollero tentare l'artigianato contadino e piazzare i loro prodotti al
vicino mercato di Ponteromito. In casa di Mario venne ammassata la materia prima
della piccola industria, ossia la saggina per la confezione delle scope, le
compagne di quella granata che il Pascoli cita in una sua lirica. I ragazzi
lavorarono accanitamente quasi una settimana, sino al venerdì, sacrificando
parte dei giochi del pomeriggio e del piccolo assegno scolastico: tanto li
allettava la previsione d'un gruzzoletto guadagnato col proprio sudore. Al
caporione, Mario, era riservato l'onore dell'ultima mano: collegare i lunghi
steli in un grosso manico che a stento conteneva nel cavo delle due mani. Il
lavoro era una chiassata ed insieme una gara di edificante solidarietà. Calcoli
sul realizzo, relazioni di imprese individuali, progetti di gesta collettive,
sgambetti e ruzzoloni addolcivano la stanchezza del gruppo che pure protestava
per l'arrivo dei grandi che volevano mettere il naso. Fissato l'appuntamento per
la mattina del sabato, giorno del mercato settimanale, i marmocchi fecero
ritorno a casa per cena e sogni di denari a palate.
Il primo chiaro del giorno li fece ritrovare puntuali sul ciglio della
provinciale. Le spalle di Mario e dei luogotenenti hanno l'onore dell'onere; gli
altri giannizzeri potranno prendere la gloria dell'avanguardia e della scorta.
Si parte: che impressione possono fare cinque chilometri a gente abituata a
correre e a saltare tutto il giorno? E poi il percorso tutto in discesa
facilitava le cose. Mezz'ora bastò per giungere, tra strada maestra e
scorciatoie, giù in fondo alla valle dove il fiume Calore divide e distribuisce
l'abitato di Ponteromito tra i comuni di Nusco e Montemarano. Furono tra i
primi, sicché fu agevole conquistare un posto strategico per metter in mostra
la merce di pura marca locale. Quando il mercato comincia a riscaldarsi,
tentarono qualche grido che tradiva chiaramente
l'improvvisazione del mestiere; l'impazienza dell'età li portava a sbarazzarsi
della merce, possibilmente in blocco, ad un'offerta che non offendesse una
settimana di lavoro da parte di cinque piccoli cristiani. Era una cosa a vederli
intervenire in coro nelle trattative e sollevare in alto gli esemplari meglio
riusciti. Finalmente l'affare fu fatto: un bigliettone da mille, che fece
sgranare gli occhi a tutta la compagnia, passò nelle mani del capo, Mario Della
Vecchia. Questi con una torsione di 120 gradi la mostrò stretta tra l'indice e
il pollice della mano destra emettendo un grido di trionfo.
Ma un altro infausto grido attendeva il piccolo gruppo, immerso nella calca al
momento di punta del mercato. D'improvviso il nostro eroe, per fare uno scherzo
comune dalle nostre parti, getta a terra il bigliettone, si china di scatto, lo
raccoglie urlando: "Ho trovato mille lire!". Non l'avesse mai fatto:
con lo stesso scatto si volta una spiritata di Castelfranci, lì vicino, e grida
a sua volta con tutte le convulsioni: "A la mia!". A nulla valgono le
proteste della truppa e le ragioni del capo. "Sei pazza!".
"Coscienza dell'anima!". `Ma vattene via!". "Metti qua,
mariuolo!". Sono le battute che si rimandano i contendenti. I curiosi si
girano, si rinserra la calca, diventa impossibile svignarsela. Ma i due
carabinieri sono già sul posto: il mercato occupa solo un breve nastro di
strada. L'appuntato interviene, ascolta le ragioni delle due parti e su due
piedi sentenzia salomonicamente: "Beh, facciamo cinquecento lire per
uno!"
Michele Della Vecchia