Alcuni Miracoli

 

 

                        Noi non siamo qui a dire dell’essenza e del valore dei miracoli, sui quali si è pronunziato il magistero della Chiesa. Pensiamo però che, se il miracolo propriamente detto è segno manifesto dell’intervento soprannaturale, anche altri eventi, comunemente detti miracoli, portano l’impronta di Dio e da lui direttamente provengono.

                        Ed è così che elenchiamo, come a noi sono pervenuti, fatti che ci lasciano commossi e pensosi dalle infinite vie, con le quali il Creatore benefica le sue creature.

                        La semplicità di stile, inoltre, servirà a farci ammirare sia la fede viva, da cui furono animati i protagonisti, sia l’ingenuità dei biografi, che hanno tramandato le opere miracolose.

 

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Un giovane che, per il versamento di umori nel ginocchio, da diversi anni era claudicante, mentre, una sera, in chiesa, assisteva alle funzioni in onore del Santo, si sentì completamente ristabilito.

 

 

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Chiuso nel carcere di un vicino castello, l’amministratore dei beni del vescovo pregava, una notte, caldamente S.Amato, per la sua liberazione. Ad un tratto crollò, come si sarebbe fatto per opera di un uomo, una parte della prigione. Il Santo, preso il prigioniero per mano, lo trasse fuori.

 

 

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Un fanciullo, per lo spavento di un fantasma, che gli era sembrato vedere, era rimasto leso negli organi della voce, con la conseguente perdita della favella. Fu condotto al sepolcro del Santo e, vegliando colà una notte intera, riacquistò la parola.

 

 

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Un tale, essendo offeso nelle gambe e non potendo camminare, venne portato, nel suo letticciuolo, dai parenti, al sepolcro di S. Amato e, mentre ivi si raccomandava alla sua protezione, si sentì completamente risanato. Tutto lieto, ritornò coi propri piedi alla sua abitazione.

 

 

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Nella ricorrenza della festa del Santo, mentre il sagrestano preparava le lampade innanzi al suo sepolcro, ne cadde una, piena di olio, staccatasi dal gancio, cui era sospesa. Non si ruppe, né si versò l’olio in essa contenuto.

 

 

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Un chierico, che abitava nei pressi della cattedrale, colpito da paralisi, era ridotto in condizioni così miserande, chi i congiunti gl’implorarono, per sollievo, la morte.

Fu condotto innalzi al sepolcro di S.Amato e, avendo ivi vegliato, in orazione, una notte intera, ottenne la completa guarigione.

 

 

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Guglielmo, duca di Puglia, nipote di Roberto Guiscardo, nel 1122, si rifugiò nel nostro castello, inseguito da Giordano, conte di Ariano, il quale pose l’assedio alla nostra città. Molti cittadini cadevano nelle mani dei nemici. Tra gli altri, fu catturato un gentiluomo, molto devoto di S.Amato.

I nemici lo menarono nei loro accampamenti, gli legarono le mani dietro le spalle e lo sospesero per i piedi.

Fiducioso nell'aiuto del suo Santo protettore, l'infelice pregava incessantemente, con tutto il cuore.

Ad un tratto gli si presentò un uomo, che spezzatigli i legami, gli mostrò un foro attraverso il muro, per dove facilmente potè uscire. Ritornò ai suoi sano e salvo.

 

 

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                         Nel tempo dela medesima ostilità, un altro nuscano fu preso dai nemici e da essi legato con ceppi di ferro.

Avendo egli fatto ricorso a S.Amato, si sentì, durante il sonno, completamente libero. Potè così evadere dalla prigione, senza essere notato. In seguito sospese, davanti al sepolcro del Santo, i ceppi che aveva portato con sé.

 

 

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Una donna, in seguito a caduta, perdè, per la paura, la parola e rimase attratta in modo che la bocca, quando voleva parlare, aveva delle contrazioni dolorose e mortificanti.

Si condusse al sepolcro di S. Amato, fece celebrare una messa, baciò le reliquie e riebbe, all’istante, la primitiva sanità.

 

 

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Il vescovo Ruggiero I, edificato da questi prodigi, fece la prima traslazione del corpo del Santo, verso l’anno 1140.

Fra lagrime e preghiere, dal luogo della sua deposizione, fu rimossa l’urna, in cui essere custoditi i preziosi avanzi.

Da essa, appena aperta, uscì fuori un soavissimo profumo, dovuto ai preziosi aromi, di cui era stato cosparso il cadavere, in segno di profonda venerazione, al momento della sepoltura.

                        La fede crebbe, dopo tanta messe di grazie e di favori, e le reliquie di S. Amato divennero il pegno sicuro della protezione divina.