Il saggio di Vincenzo Napolillo non si arresta ai giudizi di Francesco De Sanctis, di Benedetto Croce, di Carlo Muscetta e Attilio Marinari, ma va oltre attraverso una lettura meditata della notevole produzione paduliana mostrando l'impegno dello studioso, che non ha schemi ideologici da esibire o addirittura iconoclastici, e la serenità del critico imparziale e accorto. Padula non fu un fochista che accendeva i fuochi della rivoluzione: cercò dal pulpito e dalla stampa del "Bruzio" di piegare e rovesciare il diritto della forza dei galantuomini nella forza del diritto, aprendo dentro e fuori la Calabria ottocentesca un filone di concreta e rilevante prosa giornalistica e un linguaggio poetico che non si abbandona ai sensi di voluttà peccaminosa, ma seconda il gusto romantico con strofe e canti popolareschi
Editore: Santelli
Collana: Vite illustri
Anno edizione: 2018
Pagine: 80 p., Brossura
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