" Giampiero "


                                        Il primo ricordo di Amato è lontano nel tempo. Io ancora ragazzo, lui di qualche anno più grande di me. Lo vedevo, e lo rivedo ancora, seduto in villa, sulla panchina a forma di mezzaluna, con l'immancabile libro o il giornale  o il cruciverba. La sigaretta accesa e l'aria di persona distaccata e solitaria, quasi superiore. Poi improvvisamente irruento nelle dispute verbali.

                                        Molti anni dopo, quando le nostre età hanno cominciato ad essere più compatibili per un rapporto diretto, ho potuto capirne il vero carattere ed apprezzarne le non poche qualità.

                                        "Giampiero", come soleva farsi chiamare per la passione per il suo idolo Giampiero Boniperti, era persona affabile, sincera e leale, amico vero. Apprezzato docente e politico intelligente e fino.

                                        L'ultimo, piacevole ed indelebile ricordo: in Piazza De Santis,  una delle ultime sere, l'immancabile partita a carte, questa volta non con i soliti "compagni" di interminabili dispute ma con Marco, il mio bambino.